Prof. Nino Galante

Un nuovo traguardo raggiunto per Case studenti Palermo.

Consorzio per l'Italia.com

Si è costituito il “Consorzio per l’Italia” associazione no profit di categoria che rappresenta le aziende che operano nel comparto degli ascensori con l’obiettivo di evidenziare il settore e migliorare ed ampliare i servizi erogati all’utente finale.

Intervista al Prof Nino Galante, cofondatore del Consorzio e Direttore Generale, economista e libero docente di marketing e di sviluppo d’impresa.

“Vogliamo prendere spunto dalla trasmissione inchiesta “Report”, che apprezziamo moltissimo e che andrà in onda il 12 aprile alle 21,20 su RAI 3, per dire la nostra e per fare chiarezza sull’argomento. Premesso che sotto il profilo orografico il territorio italiano, con una superficie complessiva di 302.073 Kmq è classificato come collina per il 40,7%, come montagna per il 35, 2% e come pianura per il 23,2%, con più di 60 milioni di abitanti considerando anche i continui e costanti flussi migratori provenienti da paesi extracomunitari. Nelle aree di pianura si registra una densità molto alta di 423 abitante per Kmq.

Inevitabile conseguenza di tale premessa è che l’edilizia residenziale si è sviluppata molto in verticale,  ed ecco perché l’Italia è in assoluto il secondo paese al mondo per numero di ascensori dopo la Cina e il primo in rapporto all’estensione del territorio/abitante, considerato che la Cina conta 1,398 miliardi di anime.
Si contano infatti su tutto il territorio quasi 1.000.000 di ascensori e si stima in circa 45.000.000 gli Italiani che utilizzano giornalmente tale mezzo, mentre le scale mobili sono circa 10.000 e gli utenti 300.000.
Ma nonostante questi numeri non c’è stata, nel tempo, un’ adeguata attenzione per il settore.
Del 50% degli impianti circa 500.000 sono obsoleti, anche se “legalmente funzionanti” in quanto si rifanno a normative diverse.
La Comunità Europea ha emanato diverse direttive in materia, ultima la 214/33/UE, per l’applicazione della quale è stato emanato il DPR n 23 del 2017 che regola l’attuazione della direttiva stessa relativa agli ascensori ai componenti di sicurezza e all’esercizio.
Molti paesi europei come Germania, Francia, Spagna etc. hanno recepito ed attuato le linee guida delle direttive della comunità rendendo più sicuri i loro impianti.
L’Italia è rimasta indietro, purtroppo! Infatti gli ascensori costruiti antecedentemente al 1999 non rispettano adeguati parametri di sicurezza e tuttavia sono considerati in regola.
Gli Italiani che utilizzano gli ascensori viaggiano dunque con due indici di sicurezza differenti perché alcuni impianti, sebbene non adeguati, rispettano normative differenti.
Cerchiamo di capire:
L’ascensore, è un “ mezzo di trasporto” a tutti gli effetti. Ma di chi è la competenza?
L’ascensore è un “prodotto” disciplinato attraverso una direttiva europea, la 2014/33/UE recepita attraverso il DPR 162/99 e s.m.i.
L’immissione sul mercato (prima installazione): è comune agli impianti in servizio privato e pubblico e ricade nel capo I del DPR 162/99 (recepimento della direttiva) ed è in capo al Ministero dello Sviluppo Economico.

Il mantenimento sul mercato degli ascensori a servizio privato: consiste nella manutenzione e nei controlli, disciplinati dal capo II del DPR 162/99 (legislazione nazionale) ed è in capo al Ministero dello Sviluppo Economico.

Il mantenimento sul mercato degli ascensori a servizio pubblico (ascensori inseriti in un sistema di trasporto integrato, quali metropolitane, stazioni etc): è disciplinato da un sedimentato di decreti, di cui gli ultimi DPR 8 del 19 gennaio 2015 e il DM del 9 marzo 2015, ed è in capo al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili attraverso USTIF.

L’abilitazione alla manutenzione è disciplinata dal DPR 1767 del 24 dicembre 1951 ed è una attività svolta dai prefetti sul territorio ed in ultimo rimandata al Ministero degli Interni.
Come si può facilmente comprendere, la materia è disciplinata da diverse normative che creano non poca confusione e, fatto ancora più grave, le competenze non afferiscono ad un unico ministero che per logica dovrebbe essere quello dei trasporti ma……
Tutto ciò ha indubbiamente generato e genera caos. Spesso si creano conflitti di competenza tra chi deve intervenire e legiferare con il conseguente rimpallo fra i vari ministeri.
Il risultato di tale confusione è che ad esempio il settore auto è sottoposto a verifiche e revisioni periodiche e usufruisce da parte dello Stato di incentivi per la rottamazione con la conseguenza di spingere l’utente finale a mantenere alto l’indice di sicurezza e ciò dimostra la forza dell’industria automobilistica.
Non si comprende perché il settore trasporto “ascensore e scala mobile”, meritevole della stessa attenzione e che coinvolge molti più utenti, è abbandonato a se stesso; salvo poi quando disgraziatamente si verifica qualche grave incidente ed allora si accendono “temporaneamente” i riflettori sulla questione.
Ad aggravare il tutto, la situazione che si è venuta a creare con la pandemia, sia in termini di sicurezza che di possibili contagi.
La misura, per limitare i contagi, di utilizzare la cabina ascensore uno alla volta si rivela un palliativo e non sempre attuabile.
Alla luce di indagini già fatte, l’ascensore così utilizzato si sottopone ad un superlavoro e quindi ad uno stress meccanico aggiuntivo aumentando il rischio di guasti e fermi per usura.
I mezzi di trasporto inoltre sono i principali vettori attraverso i quali si possono diffondere i virus.
Nei treni, autobus, aerei, ascensori, siamo costretti a stare insieme, ammassati in spazi angusti con un’alta percentuale di rischio di rimanere contagiati. Molti contagi infatti si sono verificati attraverso l’uso dell’ascensore.
Da notizie riportate da diverse testate giornalistiche (Corriere della Sera del 15 Luglio 2020 “Coronavirus, si evince che ben 71 persone si sono contagiate per un viaggio in ascensore. Uno studio effettuato presso la Portland State University ha rilevato -attraverso una simulazione eseguita da esperti sotto la guida del prof Richard Li Corsi, decano di ingegneria informatica-  che chi utilizza un ascensore già utilizzato da un asintomatico ha il 25% di probabilità di contrarre il virus.
Noi, in questo periodo di pandemia abbiamo costituito un consorzio di imprese produttrici e/o operanti nel settore degli ascensori proprio perché vogliamo dare un nostro contributo, attraverso l’esperienza acquisita sul campo per la risoluzione dei vari problemi.
Molte eccellenze italiane che operano nel settore hanno aderito a questo progetto.
Pertanto – ribadisce il prof Nino Galante – ci dichiariamo soddisfatti, con la costituzione di questo consorzio abbiamo voluto dare voce non solo alle oltre 1500 di imprese che lavorano nel settore ma abbiamo lavorato e lavoriamo indipendentemente dai nostri consociati per tutta la categoria e con altre organizzazioni, sopratutto per garantire la sicurezza di quei 45.000.000 di italiani che giornalmente utilizzano questo mezzo di trasporto”.

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